Diario semiserio di un viaggio in moto
GIORNO 3 , martedì 11 settembre 2018
Oggi niente colazione in hotel, preferisco fare due passi in centro prima di partire e prendere un croissant ed un caffè, stop.
In programma ho la prima parte della famosa Route des Grand Crue (55km circa di itinerario enologico), seguirò tutte le strade secondarie a ovest della N74. La parte nord si chiama Cote de Nuits, comincia da Gevrey-Chambertin ma già uscendo faticosamente da Dijon (decine e decine di interminabili semafori) si può iniziare a percorrere da Marsannay La-Cote. UNO SPETTACOLO! Sul lato destro ci sono le colline con interminabili distese di vigneti, siamo nel pieno della vendemmia e uomini e donne di tutte l’età sono all’opera per la raccolta, mezzi agricoli sbucano da ogni vicolo, il profumo di mosto pervade nell’aria, dicono che in questa zona ad ogni porta viva un vignaiolo, i numerosi borghi che si incontrano sono tutti in pietra, le case curatissime dall’esterno, hanno grandi portali in legno e fiori ad ogni davanzale, svettano campanili, torrette e castelli, sono letteralmente rapito.
Per saperne un po di più decido di visitare il Chateau du Clos de Vougeot un elegantissimo castello tra i vigneti con all’interno anche una sala di proiezione, un documentario ripercorre la storia del territorio. Tutto quest’area nei secoli scorsi (tra il 600 e il 1100) era in mano a delle comunità religiose, erano proprio i monaci che curavano e trasformavano i vigneti, c’erano abbazie dovunque, nacquero i “cru” cioè i migliori appezzamenti qualitativi (oggi si chiamano particelle), ma nel XVIII secolo, dopo la rivoluzione francese il popolo li confiscò per ridistribuirli ai contadini locali, che tramandandoli da padre in figlio, oggi sono diventati imperi produttivi di altissima qualità di pinot nero, si perché la Cote de Nuits è caratterizzata per la produzione di questo vino rosso, piccoli grappoli con piccoli acini.
Anche la nostra famiglia ha una casa in campagna a Salemi in Sicilia, in contrada Pusillesi, la casa dei nonni era il posto dove con una decina di cuginetti andavamo a passare l’estate, eravamo davvero tanti, mio padre aveva due fratelli e tre sorelle e negli anni sessanta si sfornavano figli a go-go, l’Italia viveva un boom economico che adesso è solo un antico ricordo, i nostri figli sono destinati alla solitudine dei numeri primi. La casa domina una collina totalmente coltivata a vigne, mille avventure questo nugolo di bambini si inventavano per giocare all’aperto, dal nascondino alle battaglie con le spade fatte incrociando due legni, insomma quei vigneti diventavano uno scenario perfetto e forse oggi io e mia sorella l’amore per il vino ce lo portiamo dietro perché ancorato a quel luogo.
Mi fermo a pranzo al “La Toute Petite Auberge” a Vosne Romanee, chiaramente bevo un bicchiere dell’omonima cantina, annata 2016 e mi gusto un piatto di souricette de porc (filetto di maiale). Ristorante elegante e conto nella norma.
Il secondo tratto della Route des Grand Crue cioè la Cote de Baune la riservo per il penultimo giorno del viaggio in virtù di appuntamenti in cantine già prefissati.
Decido quindi di puntare a Nord ed entrare nel Parc Naturel Regional du Morvan, ma prima faccio tappa a Chateauneuf un piccolo borgo medievale di soli 88 abitanti, tenuto come una chicca, con il suo omonimo Castello che troneggia su una collina che fungeva da avamposto di avvistamento militare, beh la sosta al fresco per consumare una granita ci vuole in questa giornata torrida.
L’assetto di marcia della mia GS è ormai stabilmente impostato su Dinamyc ed il percorso che mi porta fino al Parc du Morvan è assolutamente coerente, dentro il parco le strade sono ancora più divertenti. Ho deciso! Stanotte resto in mezzo la natura! Nel casco la magia è resa perfetta dagli Zero 7 “in the waithing line”. Raggiungo Saint Agnan, sono in mezzo alla foresta in riva ad un lago argenteo, reso brillante dal tramonto, si stasera mi fermo qui! Su booking prenoto un b&b “La Maison du Lac” una graziosa villetta , la proprietaria ha un piede ingessato e mi accoglie saltellando, mi scappa un sorriso ma faccio subito la faccia da circostanza, la mia camera è una mansarda al piano superiore e per ovvi motivi me la devo andare a cercare da solo. Non vedo l’ora di spogliarmi, indossare il costume e tuffarmi nel lago. Alle 18.00 c’è solo un windserfista che non credo sia stia divertendo molto visto che non tira un filo di vento, ma il paesaggio è unico e i colori sono magici. Rientrando mi rendo conto che per andare a mangiare nell’unico ristorantino devo attraversare un sentiero di 2km nel bosco, l’andata non mi preoccupa perché verso le 20,00 ancora c’è un po di luce, ma il ritorno già mi mette ansia. Quando mi accomodo a “La Vieille du Lac” la cameriera che mi accoglie mi ricorda molto Sophie Marceau al Tempo delle Mele 2 cioè non più ragazzina, un bel sorriso, due occhi ammalianti, le faccio ripetere due volte la spiegazione del menù solo per godere della musicalità della sua voce. La cena di stasera sarà soltanto una salade de chevre ed un’ardoise con 2 tipi di formaggi molli, un bicchiere di Cremant ed uno di Saint Véran, relax totale.
Stasera la videochiamata la faccio io ad Olga “ciao amore” “amo accendi la luce perché non ti vedo” “ma quale luce, sono in mezzo ad un bosco, sto tornando al b&b, tienimi compagnia che qua se mi spunta qualche cinghiale almeno con la tua voce lo fai scappare” “ahahah simpatico” 2 km al semi buio sono tanti, ma arrivo alla meta sano e salvo anche se con la felpa rossa con cappuccio sembravo il protagonista di una fiaba, in effetti al b&b c’era anche una nonna zoppa ad aspettarmi, mi mancava solo il panierino.
I link del giorno:
Souricette de Porc | Cremant de Bourgoign | Sain Veran | |||
In the Waiting line | Parc du Morvan | La Maison du Lac |