LA BORGOGNA IN SETTEMBRE giorno 5

Diario semiserio di un viaggio in moto

GIORNO 5 giovedì 13 settembre 2018

Ore 07,00 mi sveglia il trambusto della padrona di casa, preparo il bagaglio e scendo per la colazione, 2 fette biscottate e una marmellata industriale, una tazza enorme di caffè lunghissimo “une fourchette Madame que cherche il Polpo…….” La donna mi spiega che il marito l’ha abbandonata e lei tira avanti con difficoltà, un figlio autistico e una figlia dodicenne che avrebbe bisogno di una raddrizzata, in quel momento la ragazzina spunta vestita da discoteca e lo zainetto per andare a scuola, capelli stile Madonna in “cercasi Susan disperatamente” , che tristezza, abbraccio la signora con un po di compassione, ma è arrivato il momento di salutare e iniziare la discesa verso Sud.
Nel casco ascolto ancora le note di “Moi Lolita” di Alizee , l’arrivo a Epineuil è imminente. Gli appuntamenti dall’Italia me li ha presi Massimo. Ho conosciuto Massimo tre anni fa in occasione dell’apertura del ristorante , ha un’agenzia di rappresentanza di vini in Umbria, capello lungo biondo, ben vestito, elegante nelle movenze ed un eloquio sempre pacato, sicuramente per chi non lo conosce da l’impressione di uno che se la tira, invece è una splendida persona, in questi anni abbiamo iniziato a frequentarci anche fuori dal contesto lavorativo e siamo diventati buoni amici, stima e rispetto reciproco ci uniscono ogni giorno di più, tant’è che l’ho scelto come Padrino al battesimo di mio figlio.

La Cantina di Dominique Gruhier è Domaine de l’Abbaye du Petit Quincy a Epineuil, al mio arrivo sono tutti impegnati nella vendemmia e la Cantina è operosa, Dominique mi accoglie con un abbraccio, come un vecchio amico e orgoglioso inizia a farmi visitare la sua bellissima casa di campagna con annessa cantina. Le colline dei suoi vigneti sono piuttosto singolari perché sono esattamente al confine tra terreni a Chablis quindi di Chardonnay e quelli dello Champagne con prevalenza Pinot noir con risultato una produzione di vini davvero unici. Il giro con la jeep tra i vigneti è piuttosto movimentato, nella parte a valle mi sentivo alla Parigi-Dakar, mentre nella parte sulle colline su un tagadà, per fortuna non ho fatto prima la degustazione….tornati in cantina mi fa assaggiare tutta la produzione, scelgo un Bougogne Couvée Juliette 2015 e un Cremant Gruhier 2015. Un ultimo abbraccio ed un arrivederci in Italia con Dominique.

Si prosegue verso Sud, stasera dormirò nuovamente a Dijon, ma dopo tutto questo vino degustato mi è venuta fame, mi fermo a Montbard in una classica trattoria da camionisti, tavolate uniche e panche in comunità, gli avventori sono di tutti i tipi, operai, camionisti, colletti bianchi ed un motociclista adesso. Non puoi scegliere cosa mangiare, c’è solo le menù du jour cioè spezzatino con purè e accanto tagliatelle scotte in bianco, crème brulée e per finire caffè, mancava l’erutto finale e la grattatina ai gioielli stile “Vito Catozzo”.

Riprendo il viaggio in direzione di Dijon, già sudo freddo al pensiero degli interminabili semafori che dovrò sorbirmi. Su Booking ho trovato una camera in b&b che dalle foto sembra molto graziosa, è appena fuori il cento storico in Rue Ranfer de Bretenières 6, orario previsto di arrivo e comunicato via mail ore 16,00. Puntuale suono al campanello di Madame Colin, silenzio….. allora chiamo al numero di cellulare,”ah oui monsieur Domenico, je suis chez le coiffeur, j’arrive a 18,30” COSA???? Il mio disappunto è probabilmente amplificato dal tono della voce che uso con lei rimarcando la spiacevole sorpresa “je suis fatigué et sa absence n’est pas professionnelle!”, dopo 5 minuti mi richiama dicendo che arriva suo fratello che ha il doppione delle chiavi ad aprirmi. Forse sono stato troppo brusco, ma cazzo sai che arriva un ospite che ha già pagato via mail ad un orario prestabilito e tu te ne vai dal parrucchiere? Mi ricorda qualcuno……..
Il tizio mi apre, faccio una doccia, riposo un’oretta e decido di andare in centro a comprare un paio di regali per Olga e Oliver prima che chiudono i negozi. Alle 19,00 ritorno a casa di Madame Colin, per strada rubo una gerbera rossa da un’aiuola pubblica (les italiens….) suono e mi apre una signora di 60 anni con un’acconciatura tipo Moira Orfei, le faccio un sorriso e le chiedo scusa per essere stato sgarbato al telefono e le porgo la gerbera, manco farlo apposta il rosso è il suo colore preferito e mi fa accomodare in cucina dove è tutto in tinta, dai piccoli elettrodomestici alle sedie, dal frigorifero al lampadario, tutto scarlatto! La mia gerbera trova subito collocazione in un improvvisato vasetto. Bene! Il kalumet della pace ha funzionato.
E’ un bellissimo appartamento e la mia camera davvero confortevole, un arredamento tra il moderno e il classico, l’unica cosa inquietante è una grossa maschera di Batman appesa di fronte al mio letto. Rimossa, domattina gliela riappendo.

Ormai in città mi muovo con disinvoltura, la guida Lonely Planet mi consiglia un ottimo locale con cucina della Borgogna “Chez le Bougnat” in rue Berbisey 53 il proprietario leggo che è un ex sceneggiatore televisivo con la passione per i fornelli, dev’essere davvero interessante. Ma quando arrivo trovo che è chiuso per ferie, peccato. Percorro tutta la via che brulica di ristorantini e bistrot, mi cade l’occhio su un posto pieno di gente vestita strana, super colorata, sarà una festa ho pensato, è al numero 69 e si chiama “Le Shanti” è un ristorante indiano vegetariano. Mi prendo di coraggio ed entro, sono tutti allegri e sorridenti, il cameriere che mi accoglie ha un turbante in testa e barba lunga, mi prende per mano e mi spinge in un salotto pieno di cuscinoni e tappeti, mi invita a togliermi le scarpe e ad accomodarmi in mezzo a tutte le persone già presenti, il posto ha un’aria positiva. Una musica proviene da un seminterrato adiacente al mio salottino, una nenia ripetitiva, ascolto con attenzione e mi accorgo che…..”hare krishna, hare krishna, hare hare, hare krishna” dopo 5 minuti hai già le palle quanto un cannone, ma la gente continuava a sorridere e le donne ad agitare tutte le dita smaltate dei piedi, un feticista sarebbe andato in tilt. Speriamo che nessuno mi dipinga il bollino rosso in fronte! Mi accontento di mangiare un hamburger di tofu e verdure varie con spezie di tutti i tipi, da bere un succo di kiwi e mela. Nel complesso esperienza gradevole, speravo solo che uscendo non mettevo le adidas di qualcun altro.
Rientrato nella mia camera di Casa Colin ritrovo la maschera di Batman appesa allo specchio “ma non l’avevo messa sotto il letto?” o il supereroe si è mosso autonomamente o la Madame l’ha rimesso a posto pensando che fosse caduto, questa volta lo chiudo a chiave nell’armadio, vediamo che si inventa per uscire stavolta.

 

I link del giorno:
Andouillette Moi Lolita

 

 

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